Per cambiare punto di vista con un orientamento volontario

Continuamente costruiamo narrazioni, continuamente narriamo a noi stessi e agli altri, noi stessi, le cose, la vita, la realtà. Potremmo dire che ognuno è naturalmente uno storiografo, narra la propria storia e la storia del suo tempo e della comunità di cui si sente parte. 

Per cambiare punto di vista sulla realtà devo spostarmi, e un nuovo punto di vista sulla realtà produce per me una nuova realtà. 

Con “narrazione generativa” intendiamo una narrazione con un orientamento volontario, quindi consapevole. Nel processo per attivare una narrazione consapevole e orientata, un passaggio cruciale è la relativizzazione delle narrazioni/storiografie, ovvero la loro storicizzazione, la presa di  coscienza delle associazioni tra narrazioni e contesti che le hanno prodotte. L’orientamento è una posizione, la migliore possibile dalla quale vedere di più e meglio, più chiaramente

In questo nostro tempo la migliore posizione da dove l’umanità guarda se stessa e il pianeta che abita ha prodotto un piano, descritto dai 17 obiettivi dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile. Lo sviluppo sostenibile è l’orientamento, ciò che ci è utile, anzi necessario, per preservare la nostra casa Terra, e per evolvere.

Del resto il paesaggio, che è l’oggetto privilegiato dell’indagine della Cattedra UNESCO, incorpora e veicola le rappresentazioni dell’esistenza fatte dalle comunità che lo abitano. E poiché il paesaggio è il volto del territorio, è anche uno dei migliori indicatori del suo stato di salute. In questa accezione l’Osservatorio del Paesaggio Mediterraneo, linea di lavora della Cattedra UNESCO in cui si colloca il progetto WUC, diventa strategico per osservare/progettare un territorio, e la narrazione ne è uno strumento principe.

La linea di lavoro sull’Osservatorio del Paesaggio Mediterraneo è sinergica alla realizzazione degli Osservatori del Paesaggio, uno strumento previsto dalla Convenzione Europea sul Paesaggio  del 2000, per l’armonizzazione dei diversi livelli amministrativi di governo del territorio, per la conoscenza e consapevolezza del paesaggio all’interno della società, e per la tutela e la progettazione del paesaggio in un’ottica di sviluppo sostenibile. 

Nello specifico, la “narrazione generativa” è la messa a punto di un metodo, di una procedura, di strumenti con cui osservare il paesaggio per estrarne il carattere, la qualità speciale, la stratificazione delle figure, le interferenze tra memorie e progetto, con l’orientamento allo sviluppo sostenibile.

Infatti, cambiare la narrazione rende possibile ristrutturare il significato di un luogo, l’immaginario su di esso, produrne una nuova attribuzione di senso. Cambiare la narrazione di un paesaggio può rendere possibile un nuovo progetto di sviluppo per il territorio e per la comunità

“Narrazione generativa” del paesaggio è un’idea guida espressamente contenuta nel progetto WUC, ed è anche una linea di ricerca della Cattedra UNESCO. 

Nel progetto WUC – Workshop of UNESCO Chair / Narrazione Generativa e Paesaggi del Mediterraneo il 

linguaggio narrativo scelto è quello filmico, audiovisivo, come strumento narrativo più ampiamente diffuso e fruito nel nostro tempo, e come veicolo privilegiato di narrazione nell’epoca digitale, in cui tutti non solo fruiscono ma continuamente producono immagini digitali in movimento. Si prevede per la produzione audiovisiva anche l’uso delle più diffuse tecnologie digitali con cui sperimentare metodi di Social Impact Storytelling e processi di  Filmmaking Collaborativo, ma anche un approccio con le tecnologie immersive

Nell’ambito della “narrazione generativa” del paesaggio come linea di ricerca è anche stato candidato, per una borsa di dottorato di ricerca industriale su bandi PON 2018-19, un progetto dal titolo “Narrazione generativa del paesaggio e nuove tecnologie”, che è stato selezionato e finanziato.  Il progetto di ricerca propone la messa a punto e lo sviluppo di una  Tecnologia per il Patrimonio Culturale, definita dall’intreccio di alcuni metodi e strumenti storiografici efficaci per la lettura del paesaggio come  fenomeno culturale, con il potenziale creativo proprio del linguaggio filmico e con lo strumento tecnico e compositivo dell’audiovisivo, utilizzando le attuali tecnologie digitali (alta definizione del 4K e 8K, realtà aumentata, droni, videomapping), per realizzare un racconto immersivo anzicchè passivo, sulla scia intrapresa dalla “via italiana” al documentario artistico che unisce il valore scientifico con la spettacolarità delle immagini. Inoltre, un aspetto della ricerca riguarda le potenzialità della produzione amatoriale dell’audiovisivo con le tecnologie digitali accessibili ai più come strumento per forme nuove di partecipazione dal basso ai processi conoscitivi, di valorizzazione e di progettazione del paesaggio come patrimonio culturale. La ricerca indaga i modi con cui le tecnologie digitali producano novità tecnico-linguistiche e mutazioni nel processo produttivo dell’audiovisivo. 

STRUMENTI: 

Per produrre consapevolmente un cambio di narrazione occorrono procedure e strumenti. Serve storicizzare la narrazione, poiché storicizzare è relazionare, rimettere in una prospettiva relativa ciò che può apparire assoluto. Nel progetto, passando dall’automatismo delle soluzioni tecniche alla comprensione del contesto in cui si è formata la narrazione, diventa possibile scegliere come utilizzare il contesto, o addirittura operare per produrre il contesto desiderato

Nell’ambito dell’attività didattica e di ricerca della Cattedra UNESCO vengono messi a punto e sperimentati strumenti per facilitare i passaggi descritti. (Si rimanda alla ricerca metodologica di A. Colonna, Genealogia del presente e storiografia dell’architettura. Appunti dalla didattica e per la ricerca, Calebasse 2015 FILE BIBLIO_4 e all’attività del Laboratorio didattico di Genealogia dell’Architettura, coordinato da A. Colonna, nel Corso di Studi di Architettura dell’Università della Basilicata)