Come preparare il ragù alla bolognese perfetto? Il dettaglio che fa la differenza

C’è un momento, mentre prepari il ragù alla bolognese perfetto, in cui ti accorgi se stai andando verso “un sugo buono” o verso quel ragù denso, profondo e avvolgente che ti resta in mente per giorni. Il dettaglio che fa la differenza non è un ingrediente segreto, ma un gesto paziente: la rosolatura lunga della carne, fatta come si deve, e poi quel tocco quasi silenzioso del latte che sistema tutto.

Ingredienti (per 4–6 persone)

  • Manzo (circa 60%): 450 g (muscolo, spalla o punta di petto)
  • Maiale (circa 40%): 300 g (lombo o capocollo)
  • Pancetta fresca: 150 g
  • Cipolla: 1 media
  • Carota: 1 grande
  • Sedano: 1 costa
  • Passata di pomodoro: 200 g (a temperatura ambiente)
  • Vino bianco o rosso: 150 ml
  • Latte intero: 200 ml (un bicchiere)
  • Brodo caldo: quanto basta
  • Burro: 30 g
  • Olio extravergine d’oliva: 1–2 cucchiai
  • Sale e pepe: q.b.

Nota pratica: scegli carni di qualità e, se puoi, chiedi una macinatura grossolana. È uno di quei piccoli “non dettagli” che cambiano la consistenza.

Procedimento (con i punti che contano davvero)

1) Il soffritto lento, senza fretta

Trita a mano cipolla, carota e sedano, non nel tritatutto. Non è snobismo, è controllo: il taglio a coltello evita una poltiglia che rilascia acqua all’improvviso.

In un tegame pesante sciogli burro e olio, poi fai andare le verdure a fiamma bassa per 10–15 minuti, finché diventano morbide e appena traslucide. Niente bruniture aggressive, qui stai costruendo il fondo.

2) Il dettaglio che fa la differenza: rosolare davvero la carne

Aggiungi la pancetta e lasciala sudare. Poi unisci le carni e alza la fiamma per partire con energia, sgranandole bene con un cucchiaio.

Ora arriva la parte che molti accorciano, e che invece decide tutto: fai rosolare 20–30 minuti, mescolando spesso. All’inizio vedrai uscire liquido, è normale. Tu devi aspettare che quell’acqua evapori e che la carne inizi a “cantare” sul fondo del tegame, prendendo colore e profumo.

Se ti fermi prima, ottieni un ragù più pallido e acquoso. Se resisti, ottieni concentrazione, caramellizzazione e un sapore molto più rotondo.

3) Sfumare col vino, ma farlo evaporare sul serio

Versa il vino, alza la fiamma e lascia che l’alcol evapori completamente. Deve restare solo l’aroma. È un passaggio semplice, ma se il vino non “asciuga”, ti trascina dietro un’acidità poco elegante.

4) Pomodoro con misura, poi cottura lunga e dolce

Aggiungi la passata (non troppa) e mescola. Abbassa al minimo: il ragù non deve bollire, deve sobbollire. Copri lasciando uno spiraglio.

Cuoci 2–3 ore (anche 4 se vuoi un risultato ancora più compatto). Se asciuga troppo, aggiungi brodo caldo poco alla volta. Qui la pazienza fa parte della ricetta tanto quanto la carne.

5) Il latte: il secondo “trucco” tradizionale

A metà cottura (o nell’ultima ora), versa il latte e lascialo ritirare lentamente. Non serve panna, non serve addensare: il latte smorza l’acidità del pomodoro e porta una cremosità naturale che rende il ragù più gentile e profondo.

Aggiusta di sale e pepe solo verso la fine, quando i sapori sono concentrati.

Errori comuni (e come evitarli)

  • Carne poco rosolata: se vedi ancora liquido in padella dopo pochi minuti, non è finita. Aspetta.
  • Pomodoro eccessivo: rischi di trasformare il ragù in un sugo di carne.
  • Bollore violento: fa separare i grassi e indurisce la carne.
  • Coperchio chiuso: intrappola vapore e ti ritrovi con un ragù più “lessato” che ristretto.

Come capire quando è “perfetto”

Il colore tende a un aranciato scuro, la consistenza è densa ma non asciutta, e quando lo muovi senti che “tiene” il cucchiaio. Il profumo, soprattutto, non sa di pomodoro, sa di carne, fondo e tempo. È lì che capisci perché questo piatto è diventato un simbolo della gastronomia italiana.

E sì, alla fine il segreto è quasi commovente: fare meno cose, ma farle meglio, soprattutto quando rosoli.

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