Per educarci alla consapevolezza

I sensi sono il sistema di percezione di noi stessi e del mondo; e i sensi sono il corpo. Le memorie sono la fissazione nel corpo delle sensazioni, che sono collegate alle emozioni, che si associano alle esperienze. Così, il corpo e il suo movimento sono il luogo delle memorie e le memorie sono emozioni, stati d’animo. 

L’approccio fenomenologico evidenzia, tra le altre cose, proprio la relazione tra coscienza e corpo.

La ricerca neurofenomenologica vede come l’azione, cioè il movimento, e la percezione costituiscono un tutt’uno inscindibile, e il mondo esiste solo in questo collegamento permanente.

Oggi la coscienza è un oggetto di studio scientifico, e in particolare delle neuroscienze cognitive che devono molto al pensiero fenomenologico e alla neurofenomenologia di Francisco Varela. Il fenomeno della coscienza è connesso in permanenza con l’organismo e rientra nella vitalità dell’organismo, che si muove sullo sfondo del sentimento di esserci, è in collegamento diretto e in interazione col mondo attraverso i sensi e il movimento, e non è nella testa (che però garantisce la condizione di possibilità) ma nel ciclo (con il corpo, con il mondo, con gli altri) e quindi è un fenomeno distribuito

Oggi siamo in un’epoca in cui c’è il primato delle immagini sugli altri canali della percezione, un primato che si allinea con la progressiva crescita della dimensione virtuale. Per quanto fin qui appuntato circa la coscienza, ci occorre rivalutare l’idea di una conoscenza incarnata, e quindi di una educazione che alleni all’uso dei sensi e all’accrescimento della sensibilità (sensi, sensazioni, emozioni): competenze strategiche per affrontare il cambiamento epistemologico necessario, e diventare un’umanità sostenibile.

Per diventare un’umanità sostenibile occorre un sapere che possa produrre il cambiamento in colui che lo pratica, un sapere incarnato. A tal riguardo anche lo statuto della scienza, con la fisica quantistica, si è modificato, introducendo l’idea che l’osservatore non possa restare esterno al processo dell’osservazione. E tale cambio di prospettiva inizia a permeare anche il mondo della formazione, per potenziare le competenze degli individui a produrre il cambiamento di paradigma per la sostenibilità.

Sull’obiettivo di un’educazione pensata in termini di sviluppo sostenibile, la Cattedra UNESCO contribuisce articolando il proprio ambito di interesse, il paesaggio, e a partire dalle proprie coordinate, “comunità di saperi” e “narrazione generativa”, con un focus che è lo sviluppo della consapevolezza, nei singoli, nei gruppi, nelle organizzazioni, attraverso la conoscenza di sé. Pertanto la Cattedra UNESCO orienta tutte le proprie azioni in tale direzione, come finalità e come pratica di educazione permanente, nella prospettiva  lanciata dall’UNESCO, di humanistic futures of learning.

STRUMENTI:

Esercizi di ascolto nella natura. Nell’età del virtuale, il paesaggio può stimolare una rinnovata relazione con la natura, essere il luogo di una educazione alla sensibilità,  restituirci la dimensione incarnata del sapere, radicarci alla terra per affrontare la sfida evolutiva della nostra specie su questo pianeta.

E’ in corso la progettazione di laboratori di Ascolto nella natura, con l’intenzione di avviare una collaborazione con il Teatro Natura O  Thiasos di Sista Bramini e con gli enti Parchi partner della Cattedra UNESCO. Una prima occasione di collaborazione con il Teatro Natura O Thiasos è stata realizzata nell’ambito del workshop WUC 2019.